L’amico
GiuHo immaginato sempre il mondo come un grosso albero di cui noi siamo le foglie. Le foglie cadono e ricrescono incessantemente, col fluire delle stagioni, scandendo il ritmo pel tempo con il loro nascere e morire.
Ogni caduta lascia un vuoto; la caduta di una foglia amica lascia un vuoto profondo, incolmabile. La caduta di una foglia amica ti lascia solo con le tue angosce, con il tuo dolore, con i ricordi che si fanno sempre più struggenti al pensiero di chi non c'è più.
Quante foglie amiche sono volate via in poco tempo, portate lontano da un vento inesorabile!
Tonino Ebreo è l'ultima foglia amica, in ordine di tempo, che si é staccata dall'albero della vita. Tonino era un Giusto, un galantuomo, merce rara ai tempi di oggi. Nella bisaccia che ognuno di noi porta sulle spalle lungo il cammino della vita, egli aveva solo qualità. Era buono, leale, onesto, schietto; umile e disponibile con tutti. Metteva a disposizione di tutti, senza farlo pesare, con umiltà, la sua grande cultura, le sue competenze, le sue conoscenze, i suoi interessi.
Non era un uomo di fede, nel senso cristiano della parola, ma era più buono e certamente migliore di tanti che si professano cristiani. Tra tutti noi era il migliore. Dalla sua bocca non è mai uscita una cattiveria, una maldicenza, una chiacchiera contro qualcuno. Nelle tenzoni e nelle discussioni violente, che quotidianamente avevamo, era quello tra noi di maggiore equilibrio, quello che sapeva mediare e trovare una soluzione giusta ai problemi. Aveva degli scatti improvvisi, ma"le sue "incazzature" e le sue prese di posizioni; dopo un po', si stemperavano sempre in una risata fragorosa.
La mia penna, ora, fa fatica ad andare dietro ai tanti momenti che mi legano a Tonino dalla giovinezza ad oggi, tanta è l'emozione che opprime il mio cuore. Sono tali e tanti i ricordi, che meriterebbero di 'essere narrati tutti, perché mostrano lati e sfaccettature di una persona speciale.
Qualcuno potrebbe pensare che la stima e l'amicizia che mi legavano a Tonino, mi portino ad esagerare i suoi meriti; ma posso dire, senza tema di smentita, che i suoi meriti vanno ben oltre la mia stima e la mia amicizia. Possono testimoniarlo ampiamente tutte le persone che gli hanno voluto bene, che sono tantissime, perché lui non aveva nemici. E voglio terminare con un'immagine che ho ben fissata nella mente: Era il quindici marzo di quest'anno. Tonino era di fronte a me nella sua "farmacia", ora sede dei pensionati, dove c'eravamo riuniti per un pranzo fra amici. Lui era sereno, con quel sorriso aperto, solare come sempre, e con la battuta sempre pronta. Le nostre risate, le nostre voci, i nostri canti riempivano Piazza De Sanctis solitamente silenziosa. Fu una giornata stupenda, come tante altre passate insieme. Tonino a tavola era impareggiabile:buongustaio, buon intenditore di vini, ottimo commensale ed intrattenitore unico quando aveva la sua chitarra o la sua pianola.
È questa l'immagine che mi piace lasciare di Tonino: lui a tavola, lassù, Giusto tra i Giusti, che allieta con la sua musica la Mensa del Signore!
GiuHo immaginato sempre il mondo come un grosso albero di cui noi siamo le foglie. Le foglie cadono e ricrescono incessantemente, col fluire delle stagioni, scandendo il ritmo pel tempo con il loro nascere e morire.
Ogni caduta lascia un vuoto; la caduta di una foglia amica lascia un vuoto profondo, incolmabile. La caduta di una foglia amica ti lascia solo con le tue angosce, con il tuo dolore, con i ricordi che si fanno sempre più struggenti al pensiero di chi non c'è più.
Quante foglie amiche sono volate via in poco tempo, portate lontano da un vento inesorabile!
Tonino Ebreo è l'ultima foglia amica, in ordine di tempo, che si é staccata dall'albero della vita. Tonino era un Giusto, un galantuomo, merce rara ai tempi di oggi. Nella bisaccia che ognuno di noi porta sulle spalle lungo il cammino della vita, egli aveva solo qualità. Era buono, leale, onesto, schietto; umile e disponibile con tutti. Metteva a disposizione di tutti, senza farlo pesare, con umiltà, la sua grande cultura, le sue competenze, le sue conoscenze, i suoi interessi.
Non era un uomo di fede, nel senso cristiano della parola, ma era più buono e certamente migliore di tanti che si professano cristiani. Tra tutti noi era il migliore. Dalla sua bocca non è mai uscita una cattiveria, una maldicenza, una chiacchiera contro qualcuno. Nelle tenzoni e nelle discussioni violente, che quotidianamente avevamo, era quello tra noi di maggiore equilibrio, quello che sapeva mediare e trovare una soluzione giusta ai problemi. Aveva degli scatti improvvisi, ma"le sue "incazzature" e le sue prese di posizioni; dopo un po', si stemperavano sempre in una risata fragorosa.
La mia penna, ora, fa fatica ad andare dietro ai tanti momenti che mi legano a Tonino dalla giovinezza ad oggi, tanta è l'emozione che opprime il mio cuore. Sono tali e tanti i ricordi, che meriterebbero di 'essere narrati tutti, perché mostrano lati e sfaccettature di una persona speciale.
Qualcuno potrebbe pensare che la stima e l'amicizia che mi legavano a Tonino, mi portino ad esagerare i suoi meriti; ma posso dire, senza tema di smentita, che i suoi meriti vanno ben oltre la mia stima e la mia amicizia. Possono testimoniarlo ampiamente tutte le persone che gli hanno voluto bene, che sono tantissime, perché lui non aveva nemici. E voglio terminare con un'immagine che ho ben fissata nella mente: Era il quindici marzo di quest'anno. Tonino era di fronte a me nella sua "farmacia", ora sede dei pensionati, dove c'eravamo riuniti per un pranzo fra amici. Lui era sereno, con quel sorriso aperto, solare come sempre, e con la battuta sempre pronta. Le nostre risate, le nostre voci, i nostri canti riempivano Piazza De Sanctis solitamente silenziosa. Fu una giornata stupenda, come tante altre passate insieme. Tonino a tavola era impareggiabile:buongustaio, buon intenditore di vini, ottimo commensale ed intrattenitore unico quando aveva la sua chitarra o la sua pianola.
È questa l'immagine che mi piace lasciare di Tonino: lui a tavola, lassù, Giusto tra i Giusti, che allieta con la sua musica la Mensa del Signore!
Giuseppe Della Vecchia
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